Chi siamo e cosa facciamo
È difficile descrivere la condizione delle famiglie delle persone con Autismo.
Sopportarne la responsabilità, la disperazione del non sapere cosa fare ed a chi chiedere aiuto. Il tragico aggrapparsi al presente perché il futuro è un incubo, l’incubo del “dopo di noi”.
Nel 1998 è nata la Fondazione Genitori per l’Autismo ONLUS con lo scopo, in stretta collaborazione con il Laboratorio Autismo dell’Università di Pavia, di studiare ed offrire soluzioni alle problematiche del “durante” ed alla terribile incertezza del “dopo di noi”.
Nel maggio del 2002 la Fondazione ha inaugurato la prima “farm community” italiana, la comunità residenziale denominata Cascina Rossago dove vivono ed affrontano il futuro ventiquattro persone con Autismo in forma grave.
Attraverso la continua collaborazione con il Laboratorio Autismo, la Fondazione è attiva nella formazione di personale specializzato sulle problematiche dell’Autismo ed offre consulenze e collaborazione ad altri enti pubblici e privati. È attiva anche nel campo della ricerca scientifica e nel 2018 ha finanziato una borsa di studio triennale di dottorato di ricerca. Attività svolte in stretta sinergia con la sperimentazione e l’esperienza quotidiana della vita a Cascina Rossago.
I nostri principi
Le persone con Autismo non sono cervelli rotti, sono persone con una soggettività, forse stentata, forse embrionale, ma ricca e proprio per questo più preziosa da scoprire. Hanno difficoltà a sviluppare in modo coerente la loro esperienza, a comprendere e sintonizzarsi con le intenzioni altrui. A dotarsi di sequenze e modelli che rendano facile, automatica la relazione con gli altri e con l’ambiente, la funzionalità dell’agire, la logicità dei riferimenti.
L’Autismo esige contesti specifici ed organizzati attraverso un incessante lavoro di progettazione, di monitoraggio e di continua rivalutazione. E’ il concetto di educazione strutturata permanente.
Una generica immissione nella società, obbiettivo primario di ogni processo abilitativo, può non essere utile, per certi versi addirittura dannosa. Essa va organizzata con precisione, ne vanno costruite le occasioni e facilitate le condizioni. Sempre con la consapevolezza che un eccesso di strutturazione istituzionale e l’uso meccanico di apprendimenti educativi serializzati possono potenziare l’ossessività autistica, l’inefficienza passiva o la perdita di spontaneità.
L’intervento educativo non si costruisce dall’esterno, i compiti e le mansioni non vengono assegnati e controllati, ma si organizzano in un processo basato sulla condivisione, sull’imitazione e sulla reciprocità del fare insieme. Gli operatori condividono le esperienze e partecipano alle varie attività nel continuo tentativo non tanto o non soltanto di insegnare, ma di fare emergere l’intenzione ed il significato di quello che si sta facendo.
Cascina Rossago è certamente un contesto protetto dove la vita è aiutata e facilitata, ma non è mai costruita in modo artificiale. Tutte le attività sono qualche volta semplificate, ma sono sempre vere e reali, richiedono in qualche modo di sapere fare e ci si può riuscire o meno, ma non si fa nulla di costruito in modo astratto, “per finta”, per passare il tempo. È il principio ecologico, la profonda correlazione del vivere e dell’agire con la realtà dell’ambiente che ci circonda.
All’Autismo spesso si affiancano altre fragilità tipiche della condizione, ma anche più comuni e, come per tutti, più o meno gravi. L’assistenza medica, in assenza di comunicazione da parte del paziente, incontra serie difficoltà nell’individuazione delle cause della sofferenza, nell’esecuzione di eventuali esami, nella somministrazione dei rimedi. È necessario un continuo monitoraggio, un continuo confronto fra tutte le competenze coinvolte, medico generico, medico psichiatra, infermieri e personale operativo. È necessaria anche una particolare preparazione dei rapporti con le strutture d’emergenza e specialistiche del territorio.